sabato 26 luglio 2008

Ss. Anna e Gioacchino, genitori della Beata Vergine Maria

La chiesa Cattolica il 26 Luglio celebra Ss. Anna e Gioacchino, genitori della Beata Vergine Maria

(memoria)

Nonostante che di s. Anna ci siano poche notizie, e per giunta provenienti da testi né ufficiali né canonici, il suo culto è estremamente diffuso sia in Oriente (VI sec.) che in Occidente (X sec. - quello di Gioacchino nel XIV sec.).

Quasi ogni città ha una chiesa a lei dedicata, Caserta la considera sua celeste Patrona, il nome di Anna si ripete nelle intestazioni di strade, rioni di città, cliniche e altri luoghi; alcuni Comuni portano il suo nome.
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria ma soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti; è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.

Il nome di Anna deriva dall'ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell'Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto «Protovangelo di san Giacomo», scritto non oltre la metà del II secolo.

Il «Protovangelo di san Giacomo» narra che Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco e abitava vicino Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica. Un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: «Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole». Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l'età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili.

L'anziano ricco pastore, per l'amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un'altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell'archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l'aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.

Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa "fuga" del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: «Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo». Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì.

Il «Protovangelo di san Giacomo» conclude: «Trascorsi i giorni necessari..., diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia 'PREDILETTA DEL SIGNORE'».

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