venerdì 21 maggio 2010

Padre Amorth e l'esorcismo

Padre Amorth e l'esorcismo. Nei primi secoli dopo la morte di Gesù, tutti i cristiani praticavano esorcismi... "Nel nome di Gesù, Satana vattene!"

giovedì 20 maggio 2010

Benny Hinn e le guarigioni

Benny Hinn, Gesu' e le guarigioni... In questo video Benny Hinn compie numerose guarigioni... ma attenzione perché questo signore ha anche fatto alcune profezie che poi non si sono avverate... Comunque se avete un pò di tempo libero, guardate Benny all'opera. Questo video è tratto dal suo raduno evangelico tenuto a Roma. Commentate se volete.

 ■ «Lo Spirito mi dice che Fidel Castro morirà negli anni ‘90. Qualcuno cercherà di ucciderlo, ma non ci riuscirà. Però avverrà un cambiamento nella sua salute fisica, ed egli non resterà al potere, e Cuba sarà visitata da Dio» (31 dicembre 1989).
     ■ «Il Signore mi dice anche di dirvi che a metà degli anni ‘90, intorno al ‘94-’95, non più tardi, Dio distruggerà la comunità omosessuale d’America. Però non la distruggerà nel modo in cui molti hanno pensato, ma con il fuoco. E molti si convertiranno e saranno salvati, mentre molti si ribelleranno e saranno distrutti» (31 dicembre 1989).
     ■ «Mancano due anni al Rapimento. Posso essere schietto con te? [rivolgendosi a Paul Crouch] Non so se ci restino due mesi. Questa sera ti dimostrerò con la Parola che abbiamo meno di due anni, a meno che il Signore non cambi idea» (9 novembre 1990).
     ■ «Gesù sta per tornare entro i prossimi due anni» (luglio 1997).















Guarigione di gruppo a Rimini

In questo video viene ripresa una guarigione di gruppo fatta a Rimini. Moltissime persone vengono guarite.
Lo stile del guaritore è Americano.

Padre Amorth e le guarigioni

Padre Amorth è considerato il più grande esorcista della Chiesa.
Lui ci ricorda che è bene pregare per le guarigioni. Non dico altro, ascoltate direttamente lui.

Testimonianze di grazie

Franca – Testimonianze di grazie e miracoli


"Grazie Madonna di aver guarito Daniela da un tumore al polmone.

Oggi possiamo dire solo grazie a te e a Gesù.

18 mesi fa la massa tumorale era di 8 centimetri e mezzo, oggi è sparita completamente, solo facendo la chemio, senza intervento, i medici le avevano dato 2 o 3 mesi di vita.

Oggi Daniela sta bene, lavora e fa una vita normale come tutte le ragazze di 30 anni.

Grazie, pregherò per tutta la mia vita e ti ringrazio di cuore, questa bellissima notizia la griderò al mondo intero così anche altre persone si avvicineranno a te.

Grazie.

Chi scrive sono la suocera di Daniela, ci vogliamo tanto bene.

Grazie Mamma, grazie Gesù".


Se vuoi inviaci la tua personale testimonianza a: presentazione@email.it  

mercoledì 19 maggio 2010

La verità vi farà liberi

PAROLE DI GESU' SULLA VERITA': Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. 29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite". 30A queste sue parole, molti credettero in lui.
31Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". 33Gli risposero: "Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?". 34Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; 36se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!". 39Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! 40Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!". 42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, 44voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio".

martedì 18 maggio 2010

Vangelo del giorno: 18/05/2010

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 17,1-11.
Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. 
Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 
Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 
E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. 
Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. 
Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 
perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. 
Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 
Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. 

lunedì 17 maggio 2010

Vangelo del giorno: 17/05/2010

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 16,29-33.
Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. 
Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». 
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? 
Ecco, verrà l'ora, anzi è gia venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. 
Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!». 

sabato 15 maggio 2010

Ora di Religione a scuola


La religione a scuola fa media: che errore

Il verdetto del Consiglio di Stato danneggia gli studenti che non la scelgono - tratto da: corriere.it

(Ansa)
(Ansa)
Rendere implicitamente obbligatorio il facoltativo. Trasformare una libera scelta in una convenienza. Gratificare chi opta per l’ora di religione di una condizione di vantaggio rispetto a chi, per le più diverse ragioni, decide di non avvalersene. La sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce l’importanza determinante dell’insegnante di religione «ai fini dell’attribuzione del credito scolastico» intacca un principio d’eguaglianza e introduce un criterio di esclusione per chi quel «credito» non può (o non vuole) accumularlo.
C’era un modo migliore per rinfocolare le annose polemiche sull’ora di religione a scuola? Per riaprire l’interminabile contesa sulla rilevanza della religione nella scuola pubblica? La conoscenza della religione cristiana ha un ruolo importantissimo nel nostro patrimonio culturale: ridurla a pratica burocratica da sbrigare per un curriculum scolastico non è però la via maestra per valorizzarla.
La sentenza del Consiglio di Stato ricorre a un escamotage, applicando gli stessi parametri ai corsi «alternativi». Ma tutti sanno che quei corsi sono assenti nella grande maggioranza delle scuole. Con il risultato che si avranno gli studenti che frequentano il corso di religione con una marcia in più, un credito in più, un contributo in più che faccia «media» con le altre materie. E gli altri? Gli altri dovranno dolersi di non aver scelto l’ora di religione. Le loro pagelle partiranno con una penalità, appesantite da una scelta che si rivelerà un handicap. Una libera opzione diventa, di fatto, un privilegio. E ne viene sminuita la stessa religione. Una energica sollecitazione culturale (perché questo è, a prescindere dalla fede che si professa, il significato di una vitale cultura religiosa) si rattrappisce in un’opportunità per ottenere un vantaggio sancito con il timbro dell’autorità scolastica.
Si toccano princìpi delicati, dalla aconfessionalità della scuola al pluralismo religioso della popolazione studentesca. Ma in cambio non si avrà più autorevolezza dell’insegnamento religioso, più rispetto per i simboli e le figure del cristianesimo, più strumenti per capire e apprezzare la straordinaria ricchezza artistica, letteraria e filosofica dell’eredità cristiana. Al contrario: si confinerà l’ora di religione in un’enclave privilegiata, si renderà la scelta dell’ora di religione un doveroso adempimento per migliorare la «media», si dividerà il corpo studentesco in due blocchi, quello «laico» e quello «cattolico», che si guarderanno ancor di più con reciproca ostilità. Si metterà la religione, che è cosa serissima, in ostaggio di decreti e regolamenti. E forse la si renderà addirittura più «antipatica» e indigesta. Un effetto indesiderato, ma inevitabile quando viene messa nelle mani di una sentenza del tribunale.
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Paradiso: esistenza

ESISTENZA DEL PARADISO
Sacra Scrittura
Esiste davvero il Paradiso? Sì, con certezza assoluta, perché ce lo afferma la parola infallibile di Dio e ce lo conferma la ragione.
S. Agostino afferma che la Sacra Scrittura ci parla ben 400 volte del Paradiso esortandoci a conseguirlo. Se non ci fosse il Paradiso l’intera vita di Gesù non avrebbe alcun senso, perché tutta la sua esistenza terrena, il suo insegnamento, la sua passione e morte e la sua resurrezione non ebbero altro scopo che redimerci dal peccato e riacquistarci il Paradiso.
Quasi a ogni pagina del Vangelo, Gesù ci parla del «Cielo,,, di «vita eterna», di «regno dei cieli», di «corona di gloria», di «banchetto nuziale», ecc., tutte espressioni che indicano il Paradiso. Qualche citazione:
1) (Mat. 19,16-21). Un giovane si accostò a Gesù e gli disse: Maestro che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? Egli rispose: Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti... Il giovane gli disse: Ho sempre osservato queste cose, che mi manca ancora? Gesù gli disse: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in Cielo; poi vieni e seguimi.
2) (Mat. 20,1-7). Gesù, per incoraggiare tutti ad andare in Paradiso, narrò la parabola degli operai. Un padrone uscì di buon mattino in cerca di operai per la sua vigna. Trovatili, pattuì con loro la paga del giorno. Uscì di nuovo all’ora terza (ore 9), poi all’ora sesta (ore 12), e poi all’ora nona (ore 15) e trovati degli uomini sfaccendati li mandò a lavorare nella sua vigna. Verso il tramonto, un’ora prima cioè che finisse il lavoro, mandò ancora altri operai alla sua vigna. Alla fine del la giornata tutti ricevettero la paga.
Questa parabola significa che il Paradiso non è ri servato solo a coloro che si rimettono sulla buona strada nella gioventù, o nella maturità, o nella vecchiaia, ma anche a coloro che, negli ultimi momenti della loro vita, si pentono del male fatto e ritornano a Dio, come accadde al ladrone pentito, allorché Gesù, dall’alto della croce, gli disse (Lc. 23,43): Oggi sarai con me in Paradiso.
3) Gesù, parlando del Giudizio Universale alla fine del mondo, dice (Mat. 25,3 1-46): «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi Angeli, si siederà sul trono della sua gloria con tutti i suoi Angeli, e saranno riunite davanti a Lui tutte le genti ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo, poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli... E se ne andranno, questi al supplizio e i giusti alla vita eterna.
Una bella testimonianza del Santo Curato d’Ars. Un pomeriggio domenicale, una persona di mondo entrò nella canonica del parroco d’Ars, attratta da quello che si diceva intorno all’austerità di quell’umile prete, alla generosità con cui donava tutto per vivere poi egli stesso in una povertà estrema, allo zelo con cui si prodigava di giorno e di notte per la salvezza delle anime.
«Signor Curato, — disse quella persona — crede proprio a tutto quanto dice il Vangelo?» — Sì, a tutto —. «Ma è proprio sicuro che dopo la morte ci sarà il Paradiso?». — Sicurissimo —. «Proprio sicuro, come dopo quest’oggi che è domenica verrà il lunedì?». — No, molto più sicuro —. «Proprio sicuro come il sole che è tramontato adesso, sorgerà domani mattina?».
— No. Molto più sicuro. Poiché può darsi che venga una domenica, dopo la quale non ci sia più il lunedì; un tramonto dopo il quale non ci sia più aurora, un inverno dopo il quale non ci sia più primavera, ma non può darsi assolutamente che le parole di Cristo non si avverino—. «Quali parole?». — Queste: Io sono la Resurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se fosse morto, vivrà Io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Quella persona partì commossa e persuasa d’aver capito il segreto di quella grande santità. Soltanto una Convinzione così profonda poteva darli la forza di vivere come viveva.


Ragione

Per essere certi dell’esistenza del Paradiso basta la parola infallibile di Dio, però anche la nostra ragione ce lo conferma.
È proprio dell’infinita Sapienza Divina creare e disporre tutte le cose create in modo tale che in esse non ci sia nulla di inutile, ma che tutte conseguano il fine per cui sono state create. Vediamo infatti tutte le cose create, dalle immense stelle che popolano lo spazio all’atomo di polvere calpestato sotto i piedi, dall’enorme balena che si muove nei mari all’umile ameba che vive nella sua goccia d’acqua, tendere tutte a raggiungere lo scopo, il fine, mediante la sollecitazione delle loro cieche energie, dei loro istinti.
L’istinto infatti è una forza naturale, misteriosa, creata da Dio, la quale spinge verso qualche cosa, e fino a che esso non trova l’oggetto corrispondente, sta a disagio: si avverte, per esempio, la sete e si va in cerca d’acqua, e il corpo smania finché non sia dissetato.
La natura creata, e cioè il complesso delle leggi naturali create e stabilite dall’infinita Sapienza e Onnipotenza di Dio, non inganna gli esseri nel loro istinto.
A ogni istinto infatti corrisponde l’oggetto adegua to: si avverte la fame e c’è il cibo; si avverte la sete e c’è l’acqua; si hanno gli occhi e c’è la luce; si hanno le orecchie e c’è il suono; l’intelligenza tende al vero e c’è la verità; il cuore umano tende ad amare e c’è l’oggetto del suo amore. Anche l’animale trova l’oggetto del suo istinto che lo soddisfa.
Ora tra tutti gli istinti dell’uomo, il più irresistibile e insopprimibile è la sete di felicità perfetta e duratura. Tutti cercano la felicità e dovunque: nel piacere, nell’amore, nella ricchezza, nella gloria, nella soddisfazione dell’amor proprio. Però l’esperienza ci fa toccare con mano che tutte queste cose non ci danno affatto la sospirata felicità. Nessuno è felice su questa terra. Si hanno momenti di piacere e di gioia, misti quasi sempre a qualche amarezza. Quando abbiamo conseguito l’oggetto dei nostri desideri, il nostro spirito resta insoddisfatto perché noi siamo stati creati per la felicità vera, totale ed eterna. Nessuna creatura limitata può soddisfare il bisogno illimitato di felicità dell’uomo. Di conseguenza se nell’uomo c’è l’istinto, l’esigenza della felicità assoluta e perfetta, questa necessariamente deve esistere, altrimenti noi ci troveremmo nell’assurdo che mentre la natura, creata da Dio, non inganna gli esseri irrazionali nei loro istinti, ingannerebbe invece soltanto l’uomo, il re del creato, fatto da Dio a sua immagine e somiglianza! Questo certamente non può essere! Per un momento facciamo l’ipotesi (inammissibile) che fosse così, allora bisognerebbe dire che Dio, creatore delle leggi naturali, si sarebbe burlato dell’uomo, gli avrebbe fatto il più crudele degli inganni! Questo è un assurdo inammissibile! Dio è infinitamente Giusto e Santo, ma che giustizia e santità sarebbe la sua se avesse trattato l’uomo, la più perfetta delle sue creature visibili, peggio di tutte le altre creature inferiori? Inoltre Dio è infinitamente Giusto e quindi deve premiare coloro che osservano i suoi Comandamenti e Punire coloro che li trasgrediscono. Ora noi constatiamo che su questa terra non c’è giustizia, infatti il giusto, pur mantenendosi fedele a Dio, soffre molto per i tanti arbitrii, persecuzioni, tribolazioni, ingiustizie da Parte dei cattivi, i quali, al contrario, vengono esaltati e prosperano per le loro ingiustizie. Ma allora nel governo di questo mondo non c’è giustizia? Si dovrebbe dire di no, se tutto terminasse con la vita presente, se non ci fosse un’altra vita nella quale l’uomo riceverà il premio (cioè il Paradiso) o il castigo (e cioè l’Inferno) che ha meritato perciò ci dovrà essere necessariamente una vita futura di infelicità eterna per i giusti, e di infelicità eterna per i cattivi, altrimenti Dio mancherebbe di giustizia, e quindi non sarebbe più Dio.

Dove si trova il Paradiso?
Provata l’esistenza del Paradiso, sorge spontanea la domanda: dove si trova?
Il primo a farsi questa domanda fu il grande Vescovo di Cesarea, San Basilio, morto nel 379. La sua risposta si limita a dire che esso si trova al di fuori del nostro mondo.
La Sacra Scrittura ci dice poco al riguardo:
1) Giov. 3,13: «Gesù disse a Nicodemo: Nessuno è mai salito al Cielo, fuorché il Figlio dell’uomo (cioè Gesù) che è disceso dal Cielo».
2) Luca 50,51: «Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il Cielo».
3) Atti degli Apostoli 1,9: «Detto questo fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché stavano fissando il cielo mentre egli saliva, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che è stato tra voi assunto fino al Cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto salire al Cielo».
4) Ef. 4,8-10: «Per questo sta scritto: Ascendendo in Cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Ma che significa la parola “ascese“ se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che di scese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli».
La Chiesa non ha definito espressamente che il Paradiso sia una località determinata, però la sua convinzione che si tratti di un luogo reale, fisico, determinato, appare chiaro dalla professione del Credo o Simbolo Apostolico. Cos’è il Credo o Simbolo Apostolico? Un breve accenno.
Il Credo, che la Chiesa ha sempre professato fin dalla sua origine, fu composto dagli Apostoli sotto l’assistenza dello Spirito Santo.
Gesù, prima della sua ascensione al Cielo, ordinò agli Apostoli di andare a predicare a tutti i popoli le stesse verità che loro avevano appreso da Lui, per diffondere ovunque la luce dei suoi insegnamenti. Gli Apostoli ubbidienti, ben sapendo che sarebbero sorti dei falsi profeti che avrebbero tentato di corrompere la dottrina di Gesù Cristo, formularono di comune accordo, prima di separarsi, un preciso programma di evangelizzazione e riassumere in poche formule, ma chiare, brevi e facili ad essere imparate da tutti, perché tutti fossero uniformi e precisi nella professione della Fede Cristiana. Quindi il Credo è la fede professata dalla Chiesa fin dalla sua origine e che professerà fino alla fine dei tempi.
Ebbene il Credo afferma: «Gesù il terzo giorno risuscitò da morte; salì al Cielo, siede alla destra di Dio Padre Onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti».
San Tommaso d’Aquino spiega il motivo per cui il Paradiso deve essere anche un luogo: «Dal momento che Dio ha destinato i Beati a un duplice gloria, spirituale (per l’anima) e corporale (per il corpo), è logico che sia riservato ad essi un soggiorno particolare, speciale, glorioso».
Il grande Teologo Suarez, assieme a molti altri, è del parere che il Paradiso sia una parte del creato, posta già nello stato di glorificazione, alla quale perverranno, dopo il giudizio universale, le altre parti dell’universo.
Tra i Teologi recenti, il Pesch dice che si può con tutta sicurezza ritenere il Paradiso un astro situato realmente al centro dell’universo, attorno al quale ro teano tutti gli altri corpi celesti, rifatti splendidissimi.
Il Vescovo francese, Mons. Gay, uno dei più rinomati maestri di spiritualità del secolo scorso, scrive nel le sue Elevazioni — N. 96: «Evidentemente Dio è dappertutto, ma non è dappertutto alla stessa maniera, nel senso che non appare e non esplica dappertutto la stessa attività. Il luogo, che la Sacra Scrittura chiama il suo “tempio”, il suo “santuario”, è dove Egli opera in modo più divino, più splendido; là si esplicano meglio le sue perfezioni, meglio si mostra la sua divinità, meglio si effonde il suo amore. In questo luogo soggiornano gli Angeli, i Beati, l'Umanità di Gesù Cristo, del la Santissima Vergine, probabilmente anche di S. Giuseppe e quella di quei privilegiati che risuscitarono, come ci attesta il Vangelo (Mat. 27,52), al momento della morte di Gesù». Le bellezze, le perfezioni, le meraviglie del Paradiso attuale, quando alla fine dei tempi il cosmo sarà rinnovato, saranno estese dall’onnipotenza divina a tutto l’universo, il quale è destinato a divenire per tutta l’eternità l’ambiente reale del Paradiso. Il numero esterminato delle stelle, rinnovate e abbellite dalla onnipotenza divina, saranno, come afferma San Tommaso d’Aquino, l’eterna abitazione dei figli di Dio.

Paradiso

ESSENZA DEL PARADISO - Dal libro "Il Paradiso" di don Giuseppe Tomaselli

La Beatitudine.
Il Paradiso, insegna il Catechismo, è il godimento di Dio, nostra felicità, ed in Lui di ogni altro bene, senza alcun male. Il nome “Paradiso” viene dalla lingua persiana ed ebraica e significa “giardino” o luogo di delizia.
La beatitudine, dice la Teologia, è lo stato perfetto di tutti i beni; è il godimento completo ed assoluto. La beatitudine in Paradiso consiste essenzialmente nel vedere Dio Creatore, faccia a faccia, come è, e nell'amarlo intensamente.
Nel mondo si ha il godimento naturale, che è parziale e passeggero; è sempre misto a delle amarezze, o per la poca durata, o per la stanchezza che produce, o per i sacrifici che richiede il conseguimento del piacere.
Il godimento del Paradiso è soprannaturale, supera cioè le forze della natura umana, abbraccia tutte le gioie ed appaga completamente tutte le aspirazioni.
Possiamo noi farci un'idea adeguata dei godimenti celesti? È impossibile! Possiamo solo averne una pallida idea, per analogia, facendo un misero confronto con i godimenti terreni.
Se, per un'ipotesi strana, come dice Sant'Alfonso, si dicesse ad un cavallo della scuderia reale: Il re t'invita alla sua mensa! - la bestia, se ragionasse, direbbe: Chi sa alla tavola del sovrano che paglia, che erba e che crusca si porterà! - Ma come non c'è paragone tra i cibi del cavallo e quelli del re, quantunque gli uni egli altri siano della stessa natura, così non si possono confrontare le gioie di questo mondo con quelle del Paradiso. Tutti i godimenti naturali, messi insieme, non sono paragonabili ad un solo godimento soprannaturale.
Visione e amore beatificato.
Le facoltà dell'anima sono essenzialmente: l'intelligenza, che tende alla verità, e la volontà, che tende all'amore. Nell'appagamento perfetto di queste facoltà consiste la beatitudine del Paradiso.
L'anima in Cielo vede Dio, il Creatore dell'universo, tale quale è. Dice San Paolo: Ora vediamo Dio come in uno specchio, in modo enigmatico; ma allora lo vedremo faccia a faccia; ora conosco parzialmente; allora conoscerò come sono conosciuto (1° Corinti, XIII, 12). Su questa terra conosciamo Dio indirettamente, per mezzo della fede; in Cielo cesserà la fede ed avremo la realtà. Per mezzo della ragione, attraverso il creato assurgiamo al Creatore; la bellezza della luce, del mare, dei fiori, delle creature ... ci spinge a. pensare: Se tanta bellezza c'è nell'universo, come dev'essere bello Colui che è la fonte di ogni bellezza? - Il primo godimento, dunque, dell'anima in Paradiso è la visione beatifica e l'amore beatifico di Dio. Conosciuto infatti il Sommo Bene, spontaneamente l'anima è portata a possederlo. Dal possesso del Bene Infinito, fortemente amato, scaturisce il gaudio eterno, giocondissimo, o perfetta felicità.

Il lume di gloria.
L'intelligenza umana, naturalmente, non ha la capacità di vedere Dio direttamente; resterebbe, per così dire, oppressa ed abbagliata dalla luce divina, come non può resistere l'occhio davanti ad una lampada elettrica luminosissima. Iddio dà allora una virtù soprannaturale, permanente, che perfeziona l'intelligenza e la rende atta a vedere direttamente la Divinità. Questa virtù speciale si chiama « lume di gloria ».
Con questo dono l'anima può contemplare l'Eterna Luce.
I Teologi portano un paragone. Un otre può contenere cento litri d'acqua; perché possa contenere di più, è necessario che le pareti dell'otre, si rendano elastiche; più aumenta l'elasticità e più aumenta la capacità. Questa elasticità misteriosa e soprannaturale, o lume di gloria, è indispensabile all'anima nella visione beatifica di Dio.
Bellezza angelica.
Come si è detto innanzi, quando San Giovanni Evangelista si trovò davanti ad un Angelo che gli mostrava le scene della Apocalisse, rimase così colpito dalla sua. bellezza e maestà, che si prostrò per adorarlo. Ma l'Angelo gli disse: Non fare ciò! Adora Dio! - (Apocalisse, XIX, 10).
Se tale è la bellezza di un solo Angelo, quale godimento non apporta in Paradiso la vista di miliardi di Angeli? Sono innumerevoli schiere di Puri Spiriti che popolano il Cielo e sono distribuiti in nove cori: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini.
Ogni Angelo si differenzia dall'altro, come sulla terra si differenziano i fiori. Che felicità poter contemplare queste creature superiori e godere in eterno della loro compagnia! Una gioia particolare apporta la conoscenza e la vicinanza dell'Angelo Custode, che è stato l'amico fedele nel pellegrinaggio della vita.

I Beati.
La vista dei Beati è, anche sorgente di felicità. Ogni anima nel Paradiso brilla come astro nel firmamento. Chi può enumerare i fortunati abitatori del Cielo? Il loro numero aumenta sempre di più essendo copioso il frutto della Redenzione. Ad ogni anima che entra in Paradiso, alla conversione di un peccatore sulla terra, segue un aumento di felicità nella Corte Celeste, come afferma Gesù: Si fa festa dinanzi agli Angeli di Dio per un peccatore pentito. - (S. Luca, XV, 10).
Quando sulla terra c'è una festa, la gioia cresce se sono presenti le persone più care. Che gioia a trovarsi in Paradiso con i propri cari! I genitori con i figli, gli amici con gli amici ... tutti circonfusi e compenetrati dalla luce che proviene da Dio!
Martiri, Dottori, Vergini.
Risplendono in Cielo di luce particolare i Martiri, i Dottori ed i Vergini. I Martiri, affrontando la morte per Gesù Cristo, hanno vinto il mondo, perciò, come dice l'Apocalisse, stanno davanti al trono di Dio. L'Agnello, che è nel mezzo del trono, li governa e li guida alle fonti delle acque di vita. - (Apocalisse,VII, 17). Gesù ha detto: Chi avrà confessato me davanti agli uomini, anch'io lo confesserò davanti al Padre mio. (S. Matteo, X, 32). I Martiri hanno confessato Gesù, rendendo testimonianza a Lui col massimo dei sacrifici, che è la morte, e quindi formano una schiera eletta tra gli eletti.
I Dottori sono coloro che con l'esempio e con la parola hanno contribuito alla salvezza eterna di molti. Dice Dio per mezzo del Profeta Daniele: Quelli che saranno stati dotti (nella legge di Dio) rifulgeranno come la luce del firmamento e quelli che insegnano la giustizia alla moltitudine, risplenderanno come stelle per tutta l'eternità. (Daniele, XII, 3).
I Vergini hanno trionfato sull'attrattiva della carne, lottando quotidianamente; meritano per questo una corona particolare, cantano in eterno un inno che soltanto a loro è lecito cantare e seguono l'Agnello Divino ovunque vada. (Apocalisse, XVI, 3). La Santa Chiesa ricorda questa prerogativa, quando nella liturgia canta ad onore dí un'anima vergine: Vieni, o Sposa di Cristo! Ricevi la corona eterna, che il Signore ti ha preparata!
Straordinario è lo splendore del coro dei dodici Apostoli! Eletti direttamente da Gesù quali seminatori del Vangelo nel mondo, hanno in Cielo un'eminente corona, quale si addice a chi ha il potere di giudicare con il Figlio di Dio le dodici tribù d'Israele.

La Regina del Paradiso.
La vista della Corte Celeste, sempre in festa, allieta senza interruzione l'anima che entra nell'eterna beatitudine. Ma come la luce del sole fa' eclissare la luce delle stelle, così in qualche modo avviene in Cielo per la presenza della Vergine Maria, Regina del Paradiso. Tutta la bellezza degli Angeli e dei Beati, messa assieme, è di certo inferiore a quella che risplende nell'anima e nel corpo della Madonna, Madre del Redentore, capolavoro della Divinità. I più grandi tesori divini sono riversati a torrenti su Colei, che sulla terra fu intimamente unita al Figlio di Dio e che con Lui cooperò alla Redenzione, immolandosi misticamente sul Calvario.
Maria Vergine è la Porta del Paradiso “Ianua Coeli” e tutti vi entrano per l'aiuto che Ella apporta ad ogni anima. Tutti i Beati, per riconoscenza, fissano estasiati la Madre di Dio, lodandola e benedicendola.
Quando Bernadetta Souberous ed i tre fanciulli di Fatima dovettero narrare davanti alle autorità le visioni avute, non trovavano parole adatte e solo dicevano, descrivendo la Madonna: La Signora era ella ... bella ... bella! ... -. Guardando in volto i fanciulli, tanti esclamavano: Fortunati questi occhi, che hanno mirato la Madonna! - Quale beatitudine è il contemplare la Vergine non per pochi istanti, ma per tutta l'eternità, nel massimo del suo splendore!

Resta qui con noi

Resta qui con noi - testo e video
Le ombre si distendono scende ormai la sera
e si allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà,
di un giorno che ora correrà sempre
perché sappiamo che una nuova vita
da qui è partita e mai più si fermerà.

Resta qui con noi il sole scende già,
resta qui con noi Signore è sera ormai.
Resta qui con noi il sole scende già,
se tu sei fra noi la notte non verrà.

S'allarga verso il mare il tuo cerchio d'onda
che il vento spingerà fino a quando
giungerà ai confini di ogni cuore,
alle porte dell'amore vero;
come una fiamma che dove passa brucia,
così il Tuo amore tutto il mondo invaderà.

Resta qui con noi ...

Davanti a noi l'umanità lotta, soffre e spera
come una terra che nell'arsura
chiede l'acqua da un cielo senza nuvole,
ma che sempre le può dare vita.
Con Te saremo sorgente d'acqua pura, 
con Te fra noi il deserto fiorirà.

Resta qui con noi...

Meditazione del giorno: 15/05/2010

Meditazione del giorno 

San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), sacerdote, parroco di Ars 

Catechismo sulla preghiera
« Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena »

Fate bene attenzione, figliuoli miei : il tesoro di un cristiano non è sulla terra, ma nel cielo (Mt 6,20). Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov'è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell'uomo : pregare e amare. Voi pregate e amate, ecco, questa è la felicità dell'uomo sulla terra.

La preghiera non è nient'altro che l'unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria. In questa unione intima, Dio e l'anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare. Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura. È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare ; ma Dio, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.

Figliuoli  miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell'anima e fa che tutto sia dolce. Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole.