giovedì 31 luglio 2008

Sant' Ignazio di Loyola, Sacerdote (memoria)

Il 31 Luglio la Chiesa Cattolica celebra: Sant' Ignazio di Loyola, Sacerdote (memoria)

Ignazio di Loyola, in spagnolo Íñigo López de Loyola (Loyola, 24 dicembre 1491 – Roma, 31 luglio 1556), è stato un presbitero spagnolo, fondatore della Compagnia di Gesù (Gesuiti).

Ignazio nacque nel castello di Loyola, vicino Azpeitia, circa 20 chilometri a sud-ovest di San Sebastián nella provincia basca di Guipúzcoa, Spagna. Il più giovane di 13 fratelli, Ignazio aveva solo sette anni quando morì sua madre. Dovette così prendersi cura dei suoi fratelli perché il padre era sempre in viaggio di lavoro. Nel 1506 divenne paggio al servizio di un parente, Juan Velázquez de Cuéllar, tesoriere (contador mayor) del regno di Castiglia. Come cortigiano, Ignazio ebbe in quel periodo uno stile di vita dissoluto.
Nel 1517, Ignazio prese servizio nell'esercito. Venne ferito gravemente durante la Battaglia di Pamplona (20 maggio 1521) e per colpa della ferita fu costretto per lungo tempo a letto nel castello di suo padre con il medico che veniva a visitarlo tre volte al giorno per tre mesi. Durante la lunga degenza, ebbe l'occasione di leggere numerosi testi religiosi dedicati, in particolare, alla vita di Gesù e dei santi. Venne travolto dal desiderio di cambiare la sua vita e trascorrere un'esistenza basata sul proprio lavoro ed ispirata a Francesco d'Assisi e ad altre grandi figure spirituali. Decise, quindi, di convertirsi e, per farlo, si recò in Terra santa; sua intenzione era rimanere come mendicante nella città dove visse Cristo, ma fu costretto a rientrare in Spagna. In quel periodo elaborò, sperimentandolo in prima persona, il suo metodo di preghiera e contemplazione, basato sul discernimento. Queste esperienze sfociarono nei celebri Esercizi Spirituali (Ejercicios espirituales), che descrivono una serie di meditazioni a cui, poi, dovranno attenersi i futuri gesuiti. Quest'opera ha influenzato profondamente i futuri "metodi di propaganda" della Chiesa cattolica. Durante il suo ricovero, ebbe anche l'occasione di visitare il Monastero benedettino di Montserrat (25 marzo 1522), dove appese i suoi paramenti militari davanti ad un'immagine della Vergine Maria, in una vera e propria veglia militare dedicata alla Madonna. Entrò immediatamente nel monastero di Manresa, in Catalogna, dove praticò un severissimo ascetismo. Ebbe varie visioni, come raccontò più tardi nella sua Autobiografia; la Vergine divenne l'oggetto della sua devozione cavalleresca: l'immaginario militare giocò sempre una parte importante nella sua vita e nelle sue contemplazioni religiose.
Nel 1528 si iscrisse all'Università di Parigi, dove rimase sette anni, ampliando la sua cultura letteraria e teologica, e cercando di interessare gli altri studenti agli Esercizi Spirituali.
Entro il 1534 ebbe sei "seguaci" - Peter Faber (francese), Francis Xavier (noto anche come san Francesco Saverio), Alfonso Salmeron, James Lainez, Nicholas Bobadilla (spagnoli), e Simao Rodrigues (portoghese).
Il 15 agosto del 1534, Ignazio e gli altri sei studenti si incontrarono a Montmartre, vicino Parigi, legandosi reciprocamente con un voto di povertà e castità e fondando la Società di Gesù, allo scopo di eseguire lavoro missionario e di ospitalità a Gerusalemme o andare incondizionatamente in qualsiasi luogo il Papa avesse ordinato loro.
Nel 1537 essi si recarono in Italia in cerca dell'approvazione papale per il loro ordine religioso. Papa Paolo III li lodò e consentì loro di essere ordinati sacerdoti; vennero ordinati a Venezia dal vescovo di Arbe (ora Rab, in Croazia) il 24 giugno. Si dedicarono alla preghiera ed ai lavori di carità in Italia, anche perché il nuovo conflitto tra l'imperatore, Venezia, il Papa e l'Impero Ottomano rendevano impossibile qualsiasi viaggio a Gerusalemme.
Con Faber e Lainez, Ignazio si diresse a Roma nell'ottobre del 1538, per far approvare al papa la costituzione del nuovo ordine. Una congregazione di cardinali si dimostrò favorevole al testo preparato da Ignazio e papa Paolo III confermò l'ordine con la bolla papale "Regimini militantis ecclesiae" (27 settembre 1540), limitando, però, il numero dei suoi membri a sessanta. Questa limitazione venne rimossa tramite una successiva bolla, la "Iniunctum nobis", del 14 marzo 1543. L'ultima e definitiva approbazione della Compagnia di Gesù è stata data nel 1550 con la bolla "Exposcit debitum" di Giulio III.
Ignazio venne scelto come primo Preposito Generale della Compagnia di Gesù e inviò i suoi compagni come missionari in giro per tutto il mondo per creare scuole, istituti, collegi e seminari.
Nel 1548 vennero stampati per la prima volta gli Esercizi Spirituali, per i quali venne condotto davanti al tribunale dell'Inquisizione, per poi essere rilasciato.
Sempre nel 1548, Ignazio fondò a Messina il primo Collegio dei Gesuiti al mondo, il famoso "Primum ac Prototypum Collegium" ovvero Messanense Collegium Prototypum Societatis, e, quindi, prototipo di tutti gli altri collegi di insegnamento che i gesuiti fonderanno con successo nel mondo facendo dell'insegnamento la marca distintiva dell'ordine.
Ignazio scrisse le Costituzioni gesuite, adottate nel 1554, che creavano un'organizzazione monarchica e spingevano per un'abnegazione ed un'obbedienza assoluta al Papa ed ai superiori ("perinde ac cadaver", "[ben disciplinati] come un cadavere" scrisse Ignazio). La regola di Ignazio diventò il motto non ufficiale dei gesuiti: Ad Maiorem Dei Gloriam. Tra il 1553 ed il 1555, Ignazio dettò al suo segretario, padre Gonçalves da Câmara, la storia della sua vita. Questa autobiografia, essenziale per la comprensione dei suoi Esercizi Spirituali, rimase però segreta per oltre 150 anni negli archivi dell'ordine, fino a che il testo non venne pubblicato negli "Acta Sanctorum".
Morì a Roma nel 1556 e venne canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV. Il 23 luglio 1637 il suo corpo fu collocato in un'urna di bronzo dorato, nella Cappella di sant'Ignazio della Chiesa del Gesù in Roma. La statua del Santo, in argento, è opera di Pierre Legros. La festa religiosa viene celebrata il 31 luglio, giorno della sua morte.

Significato del nome : «di fuoco,igneo» (latino).

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