ESSENZA DEL PARADISO - Dal libro "Il Paradiso" di don Giuseppe Tomaselli
La Beatitudine.
La beatitudine, dice la Teologia, è lo stato perfetto di tutti i beni; è il godimento completo ed assoluto. La beatitudine in Paradiso consiste essenzialmente nel vedere Dio Creatore, faccia a faccia, come è, e nell'amarlo intensamente.
Nel mondo si ha il godimento naturale, che è parziale e passeggero; è sempre misto a delle amarezze, o per la poca durata, o per la stanchezza che produce, o per i sacrifici che richiede il conseguimento del piacere.
Il godimento del Paradiso è soprannaturale, supera cioè le forze della natura umana, abbraccia tutte le gioie ed appaga completamente tutte le aspirazioni.
Possiamo noi farci un'idea adeguata dei godimenti celesti? È impossibile! Possiamo solo averne una pallida idea, per analogia, facendo un misero confronto con i godimenti terreni.
Se, per un'ipotesi strana, come dice Sant'Alfonso, si dicesse ad un cavallo della scuderia reale: Il re t'invita alla sua mensa! - la bestia, se ragionasse, direbbe: Chi sa alla tavola del sovrano che paglia, che erba e che crusca si porterà! - Ma come non c'è paragone tra i cibi del cavallo e quelli del re, quantunque gli uni egli altri siano della stessa natura, così non si possono confrontare le gioie di questo mondo con quelle del Paradiso. Tutti i godimenti naturali, messi insieme, non sono paragonabili ad un solo godimento soprannaturale.
Visione e amore beatificato.
Le facoltà dell'anima sono essenzialmente: l'intelligenza, che tende alla verità, e la volontà, che tende all'amore. Nell'appagamento perfetto di queste facoltà consiste la beatitudine del Paradiso.L'anima in Cielo vede Dio, il Creatore dell'universo, tale quale è. Dice San Paolo: Ora vediamo Dio come in uno specchio, in modo enigmatico; ma allora lo vedremo faccia a faccia; ora conosco parzialmente; allora conoscerò come sono conosciuto (1° Corinti, XIII, 12). Su questa terra conosciamo Dio indirettamente, per mezzo della fede; in Cielo cesserà la fede ed avremo la realtà. Per mezzo della ragione, attraverso il creato assurgiamo al Creatore; la bellezza della luce, del mare, dei fiori, delle creature ... ci spinge a. pensare: Se tanta bellezza c'è nell'universo, come dev'essere bello Colui che è la fonte di ogni bellezza? - Il primo godimento, dunque, dell'anima in Paradiso è la visione beatifica e l'amore beatifico di Dio. Conosciuto infatti il Sommo Bene, spontaneamente l'anima è portata a possederlo. Dal possesso del Bene Infinito, fortemente amato, scaturisce il gaudio eterno, giocondissimo, o perfetta felicità.
Il lume di gloria.
Con questo dono l'anima può contemplare l'Eterna Luce.
I Teologi portano un paragone. Un otre può contenere cento litri d'acqua; perché possa contenere di più, è necessario che le pareti dell'otre, si rendano elastiche; più aumenta l'elasticità e più aumenta la capacità. Questa elasticità misteriosa e soprannaturale, o lume di gloria, è indispensabile all'anima nella visione beatifica di Dio.
Bellezza angelica.
Come si è detto innanzi, quando San Giovanni Evangelista si trovò davanti ad un Angelo che gli mostrava le scene della Apocalisse, rimase così colpito dalla sua. bellezza e maestà, che si prostrò per adorarlo. Ma l'Angelo gli disse: Non fare ciò! Adora Dio! - (Apocalisse, XIX, 10).Se tale è la bellezza di un solo Angelo, quale godimento non apporta in Paradiso la vista di miliardi di Angeli? Sono innumerevoli schiere di Puri Spiriti che popolano il Cielo e sono distribuiti in nove cori: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini.
Ogni Angelo si differenzia dall'altro, come sulla terra si differenziano i fiori. Che felicità poter contemplare queste creature superiori e godere in eterno della loro compagnia! Una gioia particolare apporta la conoscenza e la vicinanza dell'Angelo Custode, che è stato l'amico fedele nel pellegrinaggio della vita.
I Beati.
Quando sulla terra c'è una festa, la gioia cresce se sono presenti le persone più care. Che gioia a trovarsi in Paradiso con i propri cari! I genitori con i figli, gli amici con gli amici ... tutti circonfusi e compenetrati dalla luce che proviene da Dio!
Martiri, Dottori, Vergini.
Risplendono in Cielo di luce particolare i Martiri, i Dottori ed i Vergini. I Martiri, affrontando la morte per Gesù Cristo, hanno vinto il mondo, perciò, come dice l'Apocalisse, stanno davanti al trono di Dio. L'Agnello, che è nel mezzo del trono, li governa e li guida alle fonti delle acque di vita. - (Apocalisse,VII, 17). Gesù ha detto: Chi avrà confessato me davanti agli uomini, anch'io lo confesserò davanti al Padre mio. (S. Matteo, X, 32). I Martiri hanno confessato Gesù, rendendo testimonianza a Lui col massimo dei sacrifici, che è la morte, e quindi formano una schiera eletta tra gli eletti.I Dottori sono coloro che con l'esempio e con la parola hanno contribuito alla salvezza eterna di molti. Dice Dio per mezzo del Profeta Daniele: Quelli che saranno stati dotti (nella legge di Dio) rifulgeranno come la luce del firmamento e quelli che insegnano la giustizia alla moltitudine, risplenderanno come stelle per tutta l'eternità. (Daniele, XII, 3).
I Vergini hanno trionfato sull'attrattiva della carne, lottando quotidianamente; meritano per questo una corona particolare, cantano in eterno un inno che soltanto a loro è lecito cantare e seguono l'Agnello Divino ovunque vada. (Apocalisse, XVI, 3). La Santa Chiesa ricorda questa prerogativa, quando nella liturgia canta ad onore dí un'anima vergine: Vieni, o Sposa di Cristo! Ricevi la corona eterna, che il Signore ti ha preparata!
Straordinario è lo splendore del coro dei dodici Apostoli! Eletti direttamente da Gesù quali seminatori del Vangelo nel mondo, hanno in Cielo un'eminente corona, quale si addice a chi ha il potere di giudicare con il Figlio di Dio le dodici tribù d'Israele.
La Regina del Paradiso.
Maria Vergine è la Porta del Paradiso “Ianua Coeli” e tutti vi entrano per l'aiuto che Ella apporta ad ogni anima. Tutti i Beati, per riconoscenza, fissano estasiati la Madre di Dio, lodandola e benedicendola.
Quando Bernadetta Souberous ed i tre fanciulli di Fatima dovettero narrare davanti alle autorità le visioni avute, non trovavano parole adatte e solo dicevano, descrivendo la Madonna: La Signora era ella ... bella ... bella! ... -. Guardando in volto i fanciulli, tanti esclamavano: Fortunati questi occhi, che hanno mirato la Madonna! - Quale beatitudine è il contemplare la Vergine non per pochi istanti, ma per tutta l'eternità, nel massimo del suo splendore!
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