venerdì 8 gennaio 2010

LA CONFESSIONE: spiegazioni sul sacramento

Il Sacramento della Confessione

1) La nozione di sacramento
Il sacramento è un segno (cosa-azione) sensibile che, per istituzione di Gesù Cristo, ha la virtù di significare e di produrre la grazia santificante. Il concetto di sacramento comprende quattro elementi:
1 - un segno esterno che si possa percepire con i sensi;
2 - l'istituzione da parte di Gesù Cristo;
3 - questo segno sensibile significa la grazia santificante;
4 - questo segno sensibile, naturale è efficace e produce un effetto soprannaturale, cioè la grazia santificante.
La confessione o penitenza è un vero e proprio sacramento distinto dal Battesimo (Cfr. Conc. Trid.: OS. 1701 e 1702).

2) II segno sensibile del sacramento della confessione
Per formare il sacramento della confessione (e così per tutti gli altri) si richiedono tre elementi, che il vecchio, ma sempre valido, catechismo di S. Pio X chiama: materia, forma e ministro.
1 - La materia, cioè una cosa sensibile, ma solamente quella stabilita, per es. acqua naturale, olio, pane e vino; non qualsiasi azione sensibile, ma solo quella determinata.
La materia della confessione si ha negli atti del penitente: dolore, proponimento, accusa dei peccati e accettazione della penitenza; questi vengono detti dai teologi, seguaci di S. Tommaso, quasi materia, poiché in essi manca una sostanza corporea (Cfr. Conc. Trid.: OS. 914; C.c.c. 1450-1460).
2 - La forma, cioè la pronuncia di alcune parole, stabilite da Cristo direttamente o dalla Chiesa, parole che, unite alla materia, formano un unico segno sacramentale.
La forma essenziale della Confessione si ha nelle parole dell' assoluzione sacramentale "lo ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".
3 - Il ministro è il sacerdote confessore, che assolve a nome di Cristo e della Chiesa, fornito anche della debita giurisdizione, a norma dei canoni 969, par. I e 2 e 967, par. 2.
Perché il sacramento sia valido, nel ministro non si richiede né lo stato di grazia né la fede, ma è sufficiente che compia il rito nella forma prescritta e che abbia l'intenzione di fare ciò che intende la Chiesa.

3) La confessione è un sacramento dei morti
I sacramenti si dividono in sacramenti dei morti e sacramenti dei vivi.

I sacramenti dei morti sono il Battesimo e la Penitenza.
I sacramenti dei vivi sono la Cresima, l'Eucaristia, l'Unzione degli infermi, l'Ordine e il Matrimonio.
Si chiamano sacramenti dei morti, perché coloro che li ricevono, benché vivi fisicamente, sono generalmente morti alla vita soprannaturale per il peccato mortale. Questi sacramenti cancellano il peccato e conferiscono la grazia santificante (Grazia prima), che è la vita dell'anima.

Si chiamano sacramenti dei vivi, perché chi li riceve deve essere già vivo alla grazia e non in peccato mortale. In caso eccezionale anche i sacramenti dei vivi possono concedere la grazia prima, quando per es. uno riceve un sacramento dei vivi e dimentica di aver commesso un peccato mortale del quale ha un pentimento generale, questo gli cancella il peccato e gli conferisce la grazia prima.
Si deve ancora ricordare che chi riceve un sacramento dei vivi, sapendo di non essere in grazia di Dio, commette un grave peccato di sacrilegio.

4) Efficacia del sacramento della Confessione
La Confessione e tutti gli altri sacramenti, per volere di Gesù Cristo, oltre che significare la grazia, la producono e la concedono a coloro che li ricevono senza porre impedimenti, fra i quali il più importante, dal punto di vista soggettivo, è il rifiuto del sacramento, cioè avere la volontà di non riceverlo.
Nel sacramento della Confessione, e in tutti gli altri, esiste un impedimento quando manca o è gravemente difettoso, qualche elemento essenziale nelle parti che costituiscono il sacramento e cioè nella materia (per la Confessione: quasi-materia) nella forma e nel ministro.
I sacramenti sono vere cause efficienti della grazia anche se sono cause strumentali: essi operano in forza dell'oggettivo compimento del rito sacramentale per propria ed intima efficacia, ricevuta da Gesù Cristo ("ex opere operato").

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